domenica 18 marzo 2012

Il calcolatore

THE RECKONER

by Zachary Schomburg



I am walking through a series of doors. On the other side of most doors is the same empty red room, but one door opens up to a room that is actually a field of heather, and another to the same room that is actually a field of heather full of dying dried-out swans. One room is loud with the baby versions of all the people I’ve ever loved and one room is silent with their ghosts. A dark hallway leads me to the last door. On the other side is a mountain town. The air is clean and cold. I can hear the ice breaking in the distance. There is a woman in a long black dress and a black scarf over her face. Welcome to Spitzbergen she says. Then she lifts up her dress. Nothing happens next.


*****

IL CALCOLATORE*

Cammino attraverso una serie di porte. Dall’altra parte della maggioranza delle porte c’è la solita stanza rossa vuota, ma una porta si apre su una stanza che è in realtà un campo d’erica, ed un’altra sulla stessa stanza che è in realtà un campo d’erica pieno di cigni essiccati morenti. Una stanza strepita delle versioni infantili di tutti coloro che ho amato ed un’altra si azzittisce nei loro fantasmi. Un corridoio scuro mi conduce all’ultima porta. Dall’altra parte c’è una città di montagna. L’aria è fredda e pulita. Posso sentire il ghiaccio che si rompe in lontananza. C’è una donna con un lungo vestito nero e una sciarpa nera sopra il volto. Benvenuto nello Spitzbergen, dice. Dopo si solleva il vestito. Poi non succede più niente.

 *mia traduzione

Zachary Schomburg, Fjords vol.1 (Black Ocean, 2012)

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